La nostra storia

Dal 1911 protagonisti nella manifattura italiana

L’avventura imprenditoriale della Manifattura Colombo è ricca di figure imprenditoriali decisive che ne hanno segnato, con idee e azioni lungimiranti, la crescita e le alterne vicende, dalla nascita fino a oggi.

Chi era Rinaldo Colombo

Il protagonista principale è sicuramente Rinaldo Colombo, da cui l’azienda prende il nome.
Un uomo con un destino segnato sin dalla nascita.

31 dicembre 1888: se nasci l’ultimo dell’anno non puoi far altro che guardare avanti, all’anno successivo, al futuro. Questo ha fatto, per tutta la vita, Rinaldo Colombo, che, già nel 1910, diventa procuratore della Manifattura Italiani Guarnizioni Burgmann, un’azienda tedesca con una rappresentanza a Milano, in Corso Venezia 78.

E già dall’anno successivo, il 1911, possiamo far iniziare la storia della “Manifattura Italiana Colombo & C. Guarnizioni per Macchine”. Luigi, fratello maggiore di Rinaldo, e Ugo Posani subentrano alla guida della Burgmann, cambiandone la ragione sociale e mantenendo Rinaldo nel ruolo di procuratore con piena facoltà di firma e di gestione.

2021-2023

un piano d’investimenti che guarda a un futuro migliore

2019-2020

una rete aziendale sicura ed efficiente

2015-2018

un’azienda in netto anticipo sul 4.0

2008-2012

crescita e strutturazione definitiva

1995-2007

i Gervasoni rilanciano l’attività

Anni’80-‘90

cambia la gestione, rimane la lungimiranza

Fine anni ’50-’60

l’esodo dalla Colombo crea il “Distretto della gomma”

Secondo Dopoguerra

una crescita vertiginosa

1940-1945

la II Guerra Mondiale crea un precedente per le future scelte strategiche

1918-1940

la Grande Guerra avvantaggia Colombo

1911-1917

il marchio Ammiragliato precursore del marketing moderno

X

2021-2023

Parte un nuovo programma triennale di investimenti che copre le necessità di ripresa del post-pandemia. Colombo investe in:

  • personale qualificato, che rappresenta la prima risorsa necessaria per lo sviluppo di nuovi progetti;
  • nuovi macchinari, sviluppati con tecnologie che migliorano le performance;
  • sistemi di automazione, per incrementare la capacità produttiva;
  • impianti di ultima generazione adeguati alle BAT (best available techniques) per prestare sempre maggiore attenzione all’impatto ambientale.

Dal 22 dicembre 2022 Colombo diventa Società Benefit, impegnandosi in modo responsabile sui temi ESG (Enviromental Social Governance) e tracciando una strada virtuosa e innovativa per il futuro.

2019-2020

Gli anni a cavallo della pandemia di Covid-19 vedono un miglioramento ulteriore, legato questa volta all’attività informatica dell’azienda. Viene creata una rete MPLS (Multi Protocol Label Switching) interna sotto la quale poter far girare tutti i dati aziendali in sicurezza e in modo condiviso tra tutti i poli operativi.

Tale ristrutturazione della rete informatica è la base su cui si generano le iniziative successive: l’installazione della fibra in tutti i poli operativi, una partnership con Telecom per eseguire periodici test di controllo avanzati sulla Cyber Security, sugli accessi e sul GDPR e la creazione di un back up geografico del sistema informatico, che prevede la presenza di tre diversi archivi in luoghi distinti.

Sempre in questi anni, proprio a fronte della crisi pandemica, viene messo a punto un protocollo operativo d’emergenza, tale da poter garantire, durante la pandemia e in futuro, la continuità produttiva e gestionale.

2015-2018

Nel 2015 la Colombo viene premiata come finalista per l’“Innovazione digitale” allo SMAU di Milano. Lo sviluppo di ERP, un nuovo gestionale, in collaborazione con la software house Zucchetti, produce un efficientamento generale (amministrativo, logistico e produttivo) dell’azienda in grado di ridurre i processi interni del 60%.

Nel 2017, la nuova dirigenza dà vita a un altro progetto, direttamente collegato al gestionale ERP sviluppato da Zucchetti: il Progetto Magazzino Logico. Il polo di Sarnico viene ristrutturato, ampliato e dotato di magazzini automatici, che lo rendono un efficiente polo logistico, nel quale tutta la movimentazione del materiale viene integrata nel gestionale ERP. Il sistema automatizzato si rivela più efficiente tanto che la qualità e la puntualità nelle consegne legate ai Forecast dei clienti, gestite dal sistema No Problem Service, arriva a standard superiori al 99%.

Il Magazzino Logico di Sarnico diventa, nel 2018, il contesto perfetto per creare una nuova area dedicata al controllo qualità. Qui, nella nuova sala metrologica si realizza una fase di controllo più approfondita, con test report più specifici in grado di soddisfare anche i clienti più esigenti, mantenendo un altissimo il livello di qualità.

Grandi progetti, dunque, che, già in tempi non sospetti, pongono la Colombo con più di un piede nell’era del 4.0.

2008-2012

Sono anni di crescita dell’occupazione e del volume d’affari, tanto che all’inizio del 2008 la Colombo acquisisce la Guarnimac di Novate Milanese, azienda concorrente che produceva articoli in gomma-tela. L’aggiunta di questo terzo polo produttivo è seguita da un ulteriore acquisizione e spostamento di produzione.

A fine anno viene, infatti, incorporata anche la Guarnipack di Paratico, anch’essa nel settore della gomma e della gomma-tela. Qui, viene trasferita l’intera produzione Ammiragliato prima realizzata a Sarnico, gettando così le basi definitive per l’odierna dislocazione territoriale che vede i tre poli operativi della Colombo a Sarnico, Paratico e Novate Milanese.

1995-2007

Aiutati da validi collaboratori Sergio e Bruno Gervasoni gettano le basi per il rilancio dell’attività. Un’efficace sinergia tra figure storiche, come lo stesso Paroletti, e nuove leve, assicura una continuità formativa e una valorizzazione delle esperienze tecniche e manifatturiere insite nel DNA della Colombo.

L’immagine della Colombo viene ricostruita grazie anche all’apporto di nuovi macchinari, di una struttura territoriale rigenerata e ampliata e dell’ottenimento della certificazione ISO 9001. Con essa tornano anche, come clienti, i grandi nomi dell’industria italiana e straniera, tanto che, all’inizio del terzo millennio, la “Manifattura Guarnizioni Colombo & C. Spa” torna a essere leader nel settore.

Anni’80-‘90

All’età di 93 anni Rinaldo sistema le proprietà della Colombo, tanto che nel 1982, alla sua dipartita, essendo senza eredi, lascia l’azienda a Sergio e Giuseppe Paroletti.

Prime mosse dei nuovi proprietari, nel 1983, sono la tempestiva cessione della cava d’amianto, che anticipa provvidenzialmente le normative del 1992, che metteranno fuorilegge tale materiale, e la messa a catalogo, nei primi anni ’90, di nuovi prodotti e lavorazioni sostitutivi dell’amianto, definiti “asbestos free”.

Con la legge sull’amianto c’è un crollo del settore, che si accompagna all’avanzare di nuove tecnologie, al moltiplicarsi dei concorrenti e alla riduzione del numero dei dipendenti. Una situazione che mette la Colombo a dura prova, fino alla decisione di Giuseppe Paroletti, unico fratello rimasto, di cedere, nel 1995, l’azienda a una cordata capeggiata dai fratelli Gervasoni, così da garantire la continuità della gestione.

Fine anni ’50-’60

Con la Colombo all’apice della sua crescita e le sue guarnizioni additate come simbolo indiscusso di qualità, degli oltre 350 addetti di cui è ormai popolata, alcuni di loro decidono di licenziarsi per tentare strade imprenditoriali autonome. Queste si riveleranno successi annunciati, dai quali, per gemmazione, sia a Sarnico che in Valcalepio, nascerà il più grande distretto manifatturiero di guarnizioni industriali d’Europa, ancora oggi conosciuto come “Distretto della gomma”.

Sul finire degli anni ’60 la Colombo, continua, quindi, la sua opera di ampliamento strutturale a Sarnico, dove acquista la “Manifattura Sebina di Ravasio”, azienda in declino con quasi 1.000 addetti a libro paga. L’acquisto, fatto per salvaguardare l’occupazione del personale, è solo una delle tante opere di generosità che il “Signor Colombo”, benefattore e filantropo, mette in atto in quegli anni.

Secondo Dopoguerra

Finita la guerra, gli stabilimenti lacustri della Colombo sono, di conseguenza, intatti e a piena capacità produttiva. L’azienda si ripropone sul mercato e inizia una crescita vertiginosa, grazie soprattutto a marchi come Oleolite per le guarnizioni destinate al settore idraulico e oleodinamico, e come Tenax specializzato nella produzione di articoli in gomma-tela.

Nel 1951 Rinaldo, che ha preso con sé a lavorare i due figli di Paroletti, Sergio e Giuseppe, acquista la miniera di amianto di Balangero nel Torinese, di fatto la più grande cava di amianto europea, che consentirà alla Colombo di rimanere per oltre 30 anni leader europeo tra i costruttori di prodotti derivati dall’amianto. I suoi prodotti, in quegli anni, vengono omologati presso le più importanti aziende italiane, tra le quali Italsider, Breda, Enel, Italcementi e Piaggio.

1940-1945

La marcia inarrestabile della Colombo, ormai famosa in Italia e anche all’estero, subisce un parziale arresto nel 1940, quando l’Italia entra attivamente nel secondo conflitto mondiale e gli impianti produttivi, gli stampi e le attrezzature presenti alla Pirelli Bicocca di Milano vengono bombardati e distrutti. A questo colpo, si aggiunge la morte di Paroletti, che lascia il cinquantunenne Rinaldo solo, alla guida della “Manifattura Italiana Colombo & Guarnizioni per Macchine”.

A Sarnico, sul lago d’Iseo, invece, tutto procede serenamente e gli stabilimenti restano operativi e intatti fino al termine del conflitto, tanto che gli uffici e la produzione di Milano vengono spostati sul lago. La continuità operativa, resa possibile dalle due sedi separate e lontane tra loro, è considerata, ancora oggi, dalla dirigenza della Colombo, un punto di forza, che torna utile in situazioni d’emergenza, tanto che durante i più recenti fatti legati alla pandemia di Covid-19, questa strategia geografica si è rivelata provvidenziale, in occasione di chiusure e limitazioni per le realtà commerciali legate al territorio.

1918-1940

Le vicissitudini della I Guerra Mondiale portano un vantaggio inaspettato all’azienda. A seguito della vittoria, i debiti delle aziende italiane contratti con i partner sconfitti vengono cancellati e i beni di questi confiscati.

Luigi Colombo e Ugo Posani si ritirano dall’attività nel 1919, lasciando tutto nelle mani di Rinaldo che, l’anno successivo, la trasforma in S.N.C., prendendo come socio Giovan Battista Paroletti, un imprenditore di Iseo.

La collaborazione tra l’uomo di Milano e quello di Iseo, nel 1922, porta a sdoppiare le sedi produttive dell’azienda, creando il nuovo polo di Sarnico, che diventerà, essendolo tutt’oggi, la sede principale, da cui origina tutta l’organizzazione della Colombo.

La Colombo, tra le due guerre, diviene una delle più importanti ditte nella produzione di guarnizioni, accrescendo esponenzialmente la sua gamma di marchi, prodotti e applicazioni.

1911-1917

Il 1911 è l’anno della consacrazione internazionale. L’occasione è l’Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro di Torino, organizzata per il 50° Anniversario dell’Unità d’Italia. Ancora oggi, negli uffici di Sarnico c’è una targa liberty in bronzo ad attestare la presenza della Colombo all’evento.

Da qui in poi Rinaldo si dimostra un precursore del marketing moderno, creando il brand Ammiragliato e affiancandolo a un logo riconoscibile: l’ancora. Un simbolo che caratterizzerà la produzione di guarnizioni in metallo destinate al settore dei motori navali e delle forniture esclusive per la Regia Marina Militare e che, ancora oggi, è riconosciuto in tutto il mondo.

La crescita è inevitabile e la Colombo, già nel 1917, a soli 6 anni dalla fondazione, conta sedi a Genova, La Spezia, Torino, Livorno e addirittura Buenos Aires.

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